Ultima Generazione e Fridays For Future incontrano i direttori dei musei ICOM

Ultima Generazione e Fridays For Future incontrano i direttori dei musei ICOM

Le azioni degli attivisti di Ultima Generazione nei musei e sui palazzi storici hanno destato grande attenzione da parte dei media e dell’opinione pubblica, ma il dibattito che è emerso ha spesso perso di vista le motivazioni dietro a questi gesti. Invece di guardare la luna, ci si è fermati al dito. “La crisi climatica ci riguarda tutte e tutti” ha affermato Marta Maroglio di Fridays For Future in occasione del primo incontro in Italia tra gli attivisti ambientali di Ultima Generazione e Fridays For Future e i direttori dei musei ICOM, che si è tenuto sabato 25 marzo presso la fiera Fa' la cosa giusta ed è stato organizzato da BBS-Lombard e Terre di Mezzo. “Dobbiamo essere tutte e tutti parte di questa mobilitazione – ha continuato Marta Maroglio –, non dobbiamo vedere gli attivisti come un gruppo diverso da noi, tutti dovremmo essere attivisti per il clima, anche i musei e chi ci lavora”.

Quando si parla di clima, quindi, non ci può essere un noi e voi. Ma che cosa possono fare i musei? “I musei in quanto istituzioni che fanno un lavoro di sensibilizzazione e comunicazione hanno un ruolo importante: per esempio, organizzare eventi, comunicare, e anche fare pressioni sulla politica” risponde Marta Maroglio. “Usare la fantasia e alzare ogni giorno l’asticella, perché stiamo correndo a gran velocità verso il collasso climatico”. Un esempio di un gesto simbolico, ma efficace, è quello del Leopold Museum di Vienna, proprio quello in cui gli attivisti hanno dimostrato gettando vernice lavabile sul vetro protettivo di un’opera di Klimt, che ha inclinato i quadri per visualizzare gli effetti dell’innalzamento dei gradi di temperatura.

“Gli attivisti che compiono queste azioni sono i migliori alleati dell’arte” ha dichiarato Maria Letizia Ruello, portavoce di Ultima generazione nel corso dello stesso incontro. “Non serve solo agire, bisogna agire in tempo e togliere rapidamente i sussidi alle compagnie del fossile, come invece continua a fare il nostro governo con i soldi delle nostre tasse. Chi ha ruoli di potere deve esercitarli per farsi sentire dalla politica. E c’è anche l’arma dello sciopero: farebbe molta notizia uno sciopero delle direttrici e dei direttori dei musei che chiedono che i sussidi ambientalmente dannosi vengano eliminati”.

Dai musei ci si aspetta, quindi, una presa di posizione forte. “Il museo deve essere un’entità aperta alla società, una piazza in cui possano essere portate le istanze dei cittadini, delle minoranze dei movimenti”, così Marta Maroglio di Fridays For Future. “Il museo non deve essere qualcosa di chiuso che mostra il bello staccato dal mondo, deve ascoltare ed essere portavoce di queste istanze, ascoltare gli attivisti e le attiviste, i cittadini, dare loro degli spazi in cui possano spiegare le loro azioni senza essere mediati dai giornalisti che spesso si soffermano sull’azione in sé e non sul messaggio finale. Quindi, comunicazione, dare spazio e essere sempre pronti a innovarsi e non chiudersi a raccontare una bellezza fine a sé stessa, perché le nostre bellezze naturali le stiamo perdendo”.

I musei dal canto loro si sono mossi, per esempio, inserendo Lo sviluppo sostenibile è al centro dell’agenda dei musei già dal 2019 con la dichiarazione sulla sostenibilità e poi portando nell’estate del 2022 il tema dello sviluppo sostenibile nella nuova definizione di museo approvata a livello internazionale, come ha sottolineato Michele Lanzinger, direttore del Muse Museo delle Scienze di Trento e Presidente di ICOM Italia.

“I musei sono grandi macchine comunicative e di costruzione dell’idea futura di società” ha affermato Lanzinger, “per cui i musei devono essere un luogo di partecipazione e costruzione. Non si deve perdere un’occasione pubblica per parlare di questi temi, in termini sia di individuazione di percorsi educativi, di storie da raccontare e riscoprire sui propri territori, le trasformazioni dei paesaggi attraversi le storie dei nostri cittadini. Creare questo senso di preoccupazione che si trasformi poi in azioni politiche”.

Più conservativa la posizione di Martina Bagnoli, direttrice delle Gallerie Estensi di Modena. “Un museo non si può far portavoce di azioni così eclatanti come una protesta contro qualcosa, il museo può fare un lavoro di sensibilizzazione e di cambiamento culturale” ha affermato la direttrice. “Un’azione ‘politica’ non è nel ruolo del museo, perché il ruolo del museo è incontrare i bisogni del pubblico e dirigerli; quindi, non alienare una parte importante del proprio pubblico, altrimenti si crea la ‘protesta al contrario’ in cui molta ostilità poco ragionata è andata contro ai gesti degli attivisti, sono gesti che non ci appartengono e cancellano tutto quello di buono che ci poteva essere.

Hanno partecipato all'incontro "Arte, attivismo e cura dell'ambiente", organizzato da BBS-Lombard e Terre di Mezzo sabato 25 marzo alla fiera Fa' la cosa giusta a Milano:

Martina Bagnoli, direttrice Gallerie Estensi di Modena
Maria Letizia Ruello, Ultima Generazione
Michele Lanzinger, Presidente ICOM Italia e direttore del MUSE di Trento
Marta Maroglio, Fridays For Future

Moderatrice: Sara Segantin, scrittrice e comunicatrice scientifica

Sull'incontro è uscito il 14 marzo un articolo su Artribune, firmato da Mariasole Garacci.