Il prestito delle opere d'arte: breve vademecum per collezionisti

di Italo Carli

Pubblicato in ÆS Arts+Economics n°0, Aprile 2018

L’aumento esponenziale di mostre negli ultimi anni ha sicuramente favorito la circolazione delle opere d’arte, ma non ha comportato un’effettiva crescita di consapevolezza, da parte dei prestatori di queste opere, dei rischi che queste corrono durante i lunghi viaggi e le prolungate esposizioni.
Con il presente articolo si intende approfondire il tema dell’opportunità da parte di un collezionista o di una istituzione museale di accordare un prestito o di svolgere un’attività di scambio secondo i principi di integrità, sicurezza e professionalità.

La richiesta del prestito

Il prestatore dovrà ricevere una richiesta di prestito dall’ente organizzatore della mostra, nel quale nella loan form devono essere riportati i dati principali della mostra, e i dati dell’opera (autore, titolo, misure, cornice, peso, presenza di vetro etc), il valore assicurativo e l’eventuale assicuratore di sua fiducia, istruzioni per il trasporto, istallazione e movimentazione, la concessione alla pubblicazione dell’opera.
Si consiglia, oltre alla compilazione della loan form, di sottoscrivere un vero e proprio contratto di prestito di più ampio respiro, dove regolare e formalizzare aspetti come eventuali fees, condizioni di imballaggio, trasporto e allestimento, istruzioni per la manutenzione e cura dell’opera, garanzie assicurative, diritti di riproduzione ed esposizione, interventi in caso di restauro, foro competente etc..
Gli obblighi dell’organizzatore sono:
• garantire idonee condizioni di conservazione e sicurezza durante il trasporto
• stipulare una polizza di assicurazione adeguata
• sostenere tutti i costi connessi al prestito.
La richiesta di prestito deve essere corredata dal progetto scientifico della mostra dal cv dell’ente organizzatore e dal facility report. Questi documenti aiuteranno il prestatore a capire il livello qualitativo della mostra, la serietà dell’organizzatore richiedente il prestito e i requisiti di sicurezza della sede espositiva.
Sarebbe inoltre, nel caso in cui la mostra si trovi ospitata in paesi a rischio eventi catastrofali (uragani, terremoti, eruzioni vulcaniche etc), richiedere l’esistenza di un emergency plan e di un disaster recovery.
Logicamente tutte le informazioni contenute in questi documenti sono strettamente confidenziali e non devono essere trasmesse a terzi.
Se le opere oggetto del prestito prevedono l’uscita dai confini nazionali per mostre presso paesi esteri, le esportazioni di tali beni dovranno sottostare alle singole leggi di tutela dei beni culturali delle nazioni di provenienza.
Una volta formalizzata la concessione del prestito, iniziano una serie di attività funzionali al trasferimento dell’opera. Queste attività vedono coinvolti molti professionisti: trasportatori, imballatori, allestitori, restauratori, registrar, broker assicurativi, compagnie d’assicurazione, i quali si occupano di specifici ambiti di cui hanno la piena responsabilità. Le singole attività però fanno parte di una catena più ampia, di cui ognuno rappresenta un anello, la mancanza di uno determina la rottura dell’intera filiera della qualità.
Vediamo nel dettaglio queste attività.

Le attività legate al prestito

Le attività si esplicitano in varie fasi operative:
• imballo dell’opera al prelievo presso sede prestatore o altra sede; • trasferimento dalla sede di prelievo alla sede espositiva (il trasporto può essere diretto o con soste intermedie);
• soste presso terzi (restauratori, corniciai etc)
• disimballo e allestimento in sede espositiva;
• giacenza per tutto il periodo espositivo;
• disallestimento e imballo a termine mostra;
• trasferimento dalla sede espositiva alla sede del prestatore o altra sede (il trasporto può essere diretto o con soste intermedie).

Trasporto

Il trasportatore dovrà essere un trasportatore specializzato in fin art, di comprovata esperienza. Le modalità di trasporto ed imballaggio dovranno essere allineate a quanto richiesto dall’assicuratore. Il piano trasporti prevede il dettaglio di tratte, giacenze intermedie e tipologia dei mezzi impiegati.

Imballaggio

L’imballaggio dovrà essere idoneo al tipo di opera (materiali, formato, misure e peso) e al tipo di trasporto (via camion, aereo o nave). Qualsiasi criticità presente nell’opera, dovrà essere valutata prima dello spostamento da parte di un restauratore di fiducia del prestatore.

Condition report

L’opera prima che lasci l’abitazione del collezionista prestatore dovrà essere fotografata fronte e retro, e dovrà essere redatto un semplice condition report, cioè una scheda che riporti le condizioni conservative del bene al momento in cui questa parte per il primo trasporto verso la sede espositiva. Il condition report potrà essere compilato dal: prestatore, corredandolo da alcune foto esemplificative dello stato conservativo del bene; da un restauratore di fiducia che potrà, per opere più complesse, con una storia conservativa stratificata, redigere un condition report dettagliato e comprensivo anche di specifiche note relative all’allestimento, manutenzione e conservazione in sede mostra; da una persona di fiducia del trasportatore (come servizio aggiuntivo).
Qualsiasi danno, criticità o evidenza emersa durante l’analisi dell’opera prima delle chiusura della cassa, dovrà obbligatoriamente essere riportata sul documento di trasporto (DDT), nella sezione «note» o «annotazione di riserva».
L’opera non dovrà mai essere ritirata già imballata, ma dovrà sempre essere visionata dal trasportatore, in quanto il DDT dovrà essere controfirmato dalle parti (prestatore e trasportatore).
Si consiglia anche di fare una foto dell’opera all’interno della cassa. Con gli attuali strumenti digitali (smartphone, tablet, i-pad, etc) queste attività sono semplicissime, e fondamentali per dimostrare in quali condizioni è partita l’opera.
Il condition report dovrà poi essere successivamente aggiornato o compilato nuovamente dal restauratore presente nella sede della mostra all’arrivo dell’opera e al termine dell’esibizione. Si consiglia al prestatore, per opere particolarmente importanti, di avvalersi di un proprio restauratore per una analisi in contraddittorio con l’incaricato dall’ente organizzatore.
Qualunque variazione rispetto al condition report di partenza deve essere tempestivamente comunicata al prestatore e nessuna attività di restauro potrà essere eseguita senza il suo consenso e il consenso dell’assicuratore. La documentazione fotografica e descrittiva dello stato conservativo dell’opera in tutte le sue fasi e le eventuali annotazioni di riserva poste su DDT di trasporto diventano elementi probanti nel momento in cui accade un danno e deve essere aperto un sinistro presso la compagnia d’assicurazione di riferimento.
Questa documentazione a corredo della trasferta del bene non deve MAI essere sottovalutata, il diritto all’indennizzo assicurativo passa anche dalla corretta redazione di questi documenti.
La fase di trasporto termina con l’arrivo.

L’allestimento

Ogni opera è unica e la conoscenza approfondita dell’opera è la condizione base per garantire la qualità di un allestimento. L’allestitore dovrà, in collaborazione con il registrar e il curatore, recepire tutte le avvertenze espresse nella loan form dal prestatore, in merito alla manipolazione, allestimento, precedenti restauri, particolari fragilità, criticità sul montaggio e smontaggio etc..
L’allestimento deve sempre soddisfare esigenze conservative, espositive e di sicurezza. Per questo la tempistica è fondamentale, in modo da non sovrapporsi con attività di costruzione, imbiancatura, allestimento luci etc.. Spesso infatti le opere nella fase di allestimento non si trovano più protette dagli imballaggi e quindi sono estremamente vulnerabili. Una importante percentuale di danni si verifica in questo ambito per errori operativi.
Relativamente ad opere d’arte complesse come istallazioni, sarà sempre bene conservare procedure e metodi di allestimento dell’opera da trasmettere o concordare di volta in volta con gli allestitori di turno. In alcuni casi si consiglia di documentare con video l’installazione in modo da produrre istruzioni di montaggio che torneranno utili ogni volta si renda necessario un nuovo allestimento/disallestimento.
Se l’oggetto prestato è di piccole dimensioni o particolarmente fragile, il prestatore dovrà richiedere specifici accorgimenti allestitivi come attaccaglie anti strappo, dissuasori, vetrine o climabox.

La sicurezza

La sicurezza è un ambito estremamente articolato e sarebbe più corretto parlare di sicurezze: sicurezza rispetto ad eventi catastrofali, sicurezza anticrimine, sicurezza antincendio, sicurezza strutturale etc. E’ sempre bene dunque attraverso il facility report, informarsi sulle misure di sicurezza e sulle modalità espositive (controllo microclimatico, tipologia di teche o vetrine, sistema di illuminazione etc.). In base alla tipologia di oggetto prestato, e al rischio che esso potrebbe correre, potranno essere richiesti particolari accorgimenti espositivi. Non dimentichiamoci mai che ambiente, contenitore ed oggetti, formano un unico insieme imprescindibile, e che la loro fruizione determina un ulteriore declinazione del concetto di rischio (danno accidentale, atto vandalico).

L’assicurazione

Il prestatore per far fronte al rischio residuo dovrà accertarsi che le sue opere vengano assicurate con una polizza fine art all risks, nail to nail. Il collezionista potrà accettare la polizza fornita dall’organizzatore della mostra o richiedere che venga fatta una polizza a parte con una compagnia a lui benevisa per il tramite l’intermediario (agente o broker) di sua fiducia.
Potrebbe anche essere offerta al collezionista la garanzia di Stato, in questo caso si consiglia di verificare sempre le condizioni di copertura (anche la copertura finanziaria) perché potrebbero dover essere integrate da una polizza complementare (DIC o DIL). Il contratto assicurativo oltre a riportare le garanzie dovrà recepire ed approvare le richieste del prestatore e dell’organizzatore, contrattualizzando l’utilizzo di un determinato trasportatore specializzato, della tipologia di imballaggio più idonea, dei valori assicurativi che sono stati accettati, e quindi garantiti, a stima accettata, dei mezzi di sicurezza e sorveglianza sufficienti a garantire la protezione dei beni oggetti del prestito. La polizza diventa dunque una sintesi di tutte le fasi della mostra, dal trasporto, alle movimentazioni, all’allestimento, alla giacenza, ad eventuali attività collaterali come eventi, restauri, performance. In caso di sinistro, la denuncia dovrà essere corredata proprio da quella documentazione attestante lo stato di conservazione nelle varie fasi del prestito:
• condition report redatto alla partenza dell’opera dalla casa del prestatore
• condition report redatto in mostra
• DDT di trasporto
• fotografie dell’opera prima e dopo il danno.
La scelta della compagnia assicurativa, come del trasportatore o dell’allestitore, dovrà tener conto della sua specifica competenza nell’ambito di coperture fine art e verificare l’esistenza di un ufficio sinistri interno alla compagnia dedicato alla gestione dei sinistri arte. Questo garantirà al prestatore una controparte qualificata capace di gestire il danno sull’opera d’arte che è ben diverso dal danno auto o dal sinistro industriale.

Conclusioni

Per concludere, quando prestiamo un’opera d’arte non ci dimentichiamo che il concetto di fruizione pubblica di un bene è frutto di un’ideale illuminista, in cui però il godimento del bene culturale deve essere un giusto mix tra strumento di crescita cultura e tutela, dove per tutela si intende la conservazione, l’integrità e la sicurezza.

In collaborazione con «AXA ART: Insight from our Experts».

Italo Carli è Direttore Generale di Axa Art Italy.