Il ruolo della raccolta fondi per la sostenibilità della cultura

Pubblicato in ÆS Arts+Economics n°5, Luglio 2019

Il tema della raccolta fondi ha assunto negli ultimi anni un’importanza crescente per il settore culturale, anche perché direttamente collegato a una diminuzione seppur contenuta del sostegno pubblico, che ha reso necessario il coinvolgimento di altri attori per sostenere le attività. Il fundraising per un’istituzione culturale assume varie sfaccettature: è intercettare uno sponsor per una mostra, o benefattori per “adottare” un restauro, è stabilire una partnership con enti o istituzioni fino a costruire raccolte cosiddette “dal basso” attraverso l’uso di piattaforme sulla rete (crowdfunding) o il proprio sito (fundraising online).
In questo ambito è fondamentale poter contare su un quadro di riferimento chiaro e affidabile, affinché l’attività di raccolta non avvenga in maniera sporadica o improvvisata, ma sia il frutto di una programmazione strategica, in cui la conoscenza tecnica degli aspetti giuridici e fiscali rappresenta un tassello ineludibile. Potersi orientare nelle crescenti opportunità di raccolta delle risorse ed essere dotati di una “cassetta degli attrezzi” (carte di lavoro, buone pratiche, schemi riassuntivi, ecc.), rappresentano per gli operatori culturali, i privati e le imprese benefattrici, i naturali presupposti per proporsi in un mercato ancora inesplorato ai più.
Un altro aspetto da non sottovalutare è quello dell’introduzione, nella cassetta degli attrezzi, di tecniche di misurazione dell’efficienza e dell’efficacia dell’attività di fundraising, particolarmente gradite al benefattore o allo sponsor ed incredibilmente utili come strumento per intercettare i fondi.
Se quindi gli operatori culturali e il Terzo Settore in genere hanno nella sostenibilità il recinto entro cui portare a buon fine i propri obiettivi caratteristici è anche vero che per generare sviluppo, oggi, non si può più tenere in considerazione solo il valore economico ma assume sempre maggiore rilevanza l’impatto sociale delle attività d’impresa cosicché l’interesse delle società è sempre più rivolto a questi e agli aspetti reputazionali e di responsabilità sociale. La corporate social responsibility è una strada che sempre di più incrocia le scelte imprenditoriali e che in qualche modo realizza le idee che già erano di Adriano Olivetti.
E per questo, a maggior ragione, ha senso parlare oggi anche di cultural responsibility, considerate le potenzialità della cultura nelle azioni di responsabilità sociale, come capitali investiti e risultati relazionali.
Questo presuppone un nuovo approccio attraverso un coinvolgimento attivo di tutti gli attori del processo di fundraising: è questo il motivo che ci ha spinto a progettare questo memento pratico, con l’obiettivo di mettere a disposizione del settore culturale e del mondo delle professioni uno strumento agevole di conoscenza e applicazione delle norme di riferimento.