Still Life di Chiara Bettazzi

Still Life di Chiara Bettazzi

20 maggio-26 settembre 2021, presso la sede di Prato di BBS-Lombard / BBS-pro

Nel lavoro di Chiara Bettazzi l'urgenza intimamente legata alla necessità dell'artista di riappropriarsi di una memoria individuale e collettiva, affinché essa non venga dispersa nei meandri della dimenticanza al trascorrere inesorabile del tempo, sollecita una peculiare attitudine all'accumulo compulsivo, alla conservazione e all'archiviazione di oggetti in disuso recuperati, cercati o trovati, che portano con sé le stratificazioni di un vissuto. Questi oggetti diventano gli elementi costitutivi di grandi agglomerati plastici in cui l'artista associa anche materie organiche e vegetali. Si tratta di una pratica “germinativa” e in continuo divenire dove gli oggetti cambiano e mutano al modificarsi dell'azione, rivelando la propria fragilità e corruttibilità al logorio del tempo, ma anche la capacità di rinascere sotto nuove forme. Chiara Bettazzi sviluppa il suo lavoro dalle “macerie” di ciò che è stato, in un processo metamorfico di rigenerazione incessante che diventa rituale.

“Still life”, letteralmente “tempo immobile”, approfondisce un ulteriore aspetto della ricerca dell'artista, segnando una nuova fase dedicata all'impiego del mezzo fotografico per cristallizzare nel tempo la natura precaria e mutevole dei suoi lavori oggettuali, fissandoli in immagini. L'immagine fotografica costituisce il lavoro stesso, andando a sostituire l'assenza fisica degli oggetti; l'artista ha infatti intenzionalmente costruito e disfatto le diverse composizioni che ha fotografato, assecondando un processo di continua costruzione e distruzione e creando un lavoro la cui esistenza è imprescindibilmente legata allo scatto fotografico, diventando un'immagine memoriale.

La mostra raccoglie un prezioso nucleo di scatti fotografici prevalentemente inediti, costituito da 13 still life di grande formato stampati su carta in cui l'artista rielabora il tema della natura morta. Le immagini sono disposte su due pareti a scandire ritmicamente lo spazio espositivo, in un susseguirsi incalzante tra differenza e ripetizione, oggetto reale e sua illusione. Partendo dalle tonalità più scure, si procede gradualmente verso quelle più chiare per poi tornare verso l'oscurità, un percorso che allude emblematicamente al ciclo vitale e ai temi della rinascita e della rigenerazione e che si ispira al lavoro stesso dell’artista che ha studiato le variazioni di luce naturale all’interno dello studio.