Valentina Palazzari, mostra personale in studio a Prato

Valentina Palazzari, mostra personale in studio a Prato

Lo Studio BBS-pro / BBS-Lombard di Prato presenta il progetto espositivo dell'artista Valentina Palazzari, organizzato in collaborazione con TerraMedia Aps, con la cura di Davide Sarchioni.

L'immaginario visivo e poetico di Valentina Palazzari (Terni, 1975) è segnato anzitutto dai ricordi giovanili delle acciaierie di Terni, città in cui l'artista è nata e ha vissuto fino all'età di 18 anni, dove aveva sede una delle più grandi acciaierie d'Europa, fondata nel 1884, la cui storia ha attraversato alcune tra le vicende più importanti del Novecento italiano. Pertanto la sua ricerca, che muove tra scultura, installazione e video, vede l'impiego di materiali industriali, come reti elettrosaldate, plastiche da cantiere, tondini di ferro e ruggine, cavi elettrici, spesso associati a materie organiche per approfondire i concetti di memoria, spazio e tempo rivelando una realtà transitoria e in continuo mutamento, che oscilla costantemente tra i concetti di forza e fragilità, quale paradigma della condizione umana. 

Nello spazio espositivo pratese l'artista ha formulato una scena potente e perturbante dominata prevalentemente da grandi pezze di tessuto, di varia tipologia e dimensione, la cui superficie è stata impressa dall'azione della ruggine per esperire impronte, tracce e segni in immagini di attinenza memoriale. Si tratta di un'azione che, sia visivamente sia metaforicamente, conduce lo spettatore a ragionare anche sugli esiti derivati dall'incontro/scontro  tra la ruggine, materia pesante che riecheggia le acciaierie ternane, e il tessuto, manufatto morbido e flessibile legato alla produzione tessile della città di Prato, per aprire nuove prospettive e visioni.

Palazzari agisce con la ruggine, ottenuta sollecitando l'ossidazione dei tondini di ferro da cantiere, per contatto diretto su diverse superfici tessili verificandone la reazione e gli effetti in immagini dagli sviluppi imprevedibili e di sensibile quanto drammatico lirismo pittorico, in cui i depositi della materia, i segni e le bruciature sono tracce di un processo "alchemico" e di un mutamento in atto, ma anche di una storia stratificata. Così, l'impiego della ruggine non ha un intento rappresentativo, ma è essa stessa materia viva, reale e altamente suggestiva che segna la superficie con il valore immateriale della memoria nelle sue continue evoluzioni. 

La disposizione dei diversi artefatti e le modalità con cui vengono accostati innescano un proliferare di rapporti associativi che concorrono a ridefinire l'esperienza di un nuovo spazio, fisico e culturale, nel quale lo sconfinamento visivo e di senso tra i materiali utilizzati e le immagini da essi prodotte generano riflessioni pregnanti in merito ai concetti di cambiamento e di trasformazione, attinenti tanto alla sfera intima e personale, quanto a quella storica ed evolutiva. 

Pensieri analoghi, hanno alimentato l'immaginario dell'artista nell'apprendere che l'attuale sede di BBS-pro ospitava un tempo un opificio produttivo ed oggi è diventata uno studio di Dottori Commercialisti e Revisori legali in cui può abitare anche l'arte contemporanea.