ÆS Arts+Economics n°7, Gennaio 2020

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Diritto penale e arte

Oggi l’esigenza della tutela penale del mercato dell’arte si fa sempre più urgente in quanto a livello internazionale non solo questo è tra quelli più redditivi al mondo ma tra i più frequentati dalle organizzazioni criminali e i cui introiti sembrano essere secondi solo al mercato delle sostanze stupefacenti. Ovviamente non si tratta di un mercato «ammalato» anzi quello dell’arte è uno dei più belli ed appassionanti al mondo ed uno dei pochi capaci di essere volano di idee, cultura, sviluppo e determinante per il nostro futuro. Proprio perché trattasi di un mercato ove si acquistano non solo beni ma anche passioni spesso i collezionisti ed investitori hanno visto nell’anonimato e nella non tracciabilità un plus. Tuttavia nel tempo la ricerca del pezzo raro o di un investimento fruttuoso hanno fatto sì che si sia affermato nel secolo scorso un trend di investimento caratterizzato da protagonisti (siano essi galleristi o collezionisti) che si sono trovati a vendere e a comprare capolavori recanti l’attestazione di esposizioni in spazi «illustri» e di autentiche affidabili e che senza pretendere due diligence cartacee e scientifiche si sono limitati alla credibilità dei professionisti coinvolti. In questa situazione si è creata una zona grigia in cui a volte opere di artisti non più viventi si sono rivelate contraffatte oppure dei capolavori sono stati acquistati con denaro di dubbia provenienza. Esiste quindi un mercato «oscuro» nel quale si sono insinuate organizzazioni criminali nazionali e internazionali che hanno fatto dell’arte un business. I ricavi di questi «affari» non sono esattamente stimabili, non esistendo una borsa dell’investimento illecito, ma i proventi sono stati quantificati in svariati miliardi. Gli studiosi che oggi effettuano due diligence delle opere anche con skanner e laser spesso sostengono che se si sottoponessero ad analisi scientifiche i masterpieces degli artisti più famosi al mondo ed esposti pure in prestigiosi musei alcuni di essi potrebbero risultare falsi o non completamente autentici. CAVEAT EMPTOR 9 Georgina Adam nel suo The Dark side of the boom, Johan& Levi 2019 a pagina 125 scrive «tutte le volte che sale il prezzo dell’arte, le truffe proliferano perché falsari alla ricerca di un guadagno facile si mettono all’opera. Quindi nel mercato dell’arte del XX e XXI secolo, dove i prezzi sono stellari, le condizioni sono ideali per scatenare un vero proprio tsunami di falsi. Dai multipli di Salvator Dalì ai discutibili Modigliani i falsi hanno inondato il mercato venduti da gallerie e case d’asta oppure smerciati ai più ingenui su internet». In questo contesto collezionisti, galleristi e case d’aste si sono trovati ad essere vittima di comportamenti penalmente illeciti ed altri hanno rischiato di partecipare, senza volere, a detti illeciti. Come muoversi allora in questo complesso mercato senza rischi? Questa guida vuole essere un ausilio per coloro che si confrontano con l’affascinante mercato dell’arte. Si vuole fornire uno strumento tecnico/giuridico ai professionisti, a collezionisti, a gallerie, case d’asta, banche e fondi di investimento, quasi un elenco di regole da seguire per il cauto acquisto. La presente trattazione nasce soprattutto grazie all’apporto del Nucleo Operativo Carabinieri PCT e Guardia di Finanza Nucleo Speciale Polizia Valutaria che da sempre si impegnano per collaborare con il cittadino nel perseguimento dell’interesse pubblico alla tutela dei beni culturali e delle opere d’arte. Quando il legislatore ha definito i beni culturali li ha infatti intesi come aventi interesse sia pubblico che privato. I reati che li riguardano quindi ledono entrambi gli interessi sia quello dello Stato che quello di ciascun cittadino. Carabinieri e Guardia di Finanza ogni giorno agiscono animati da questa duplice esigenza di tutela pubblica e privata del nostro patrimonio artistico. L’illecito modifica la storia di Arte e Cultura attraverso la creazione di falsi nuovi capolavori o l’occultamento di quelli esistenti e cambia per sempre la percezione della nostra storia. Non amare l’arte, in Italia, equivale a un delitto: è la premessa per lasciarla distruggere. Non difendere l’arte, se sei italiano, è voltare le spalle alla tua storia, disonorare tuo padre e tua madre1 . Una regola tra tutte emerge però da quanto si leggerà: come dicevano i latini caveat emptor!

Note

(1) Roberto Riccardi, Detective dell’Arte dai Monuments men ai Carabinieri della cultura, Rizzoli 2019, Pag. 229.

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