Quanto è sostenibile la cultura? Incontro con Franco Broccardi il 20.04 alla Fabbrica del Vapore

Quanto è sostenibile la cultura? Incontro con Franco Broccardi il 20.04 alla Fabbrica del Vapore
Photo credit: Fabbrica del Vapore

Quello della sostenibilità della cultura è un tema su cui si stanno interrogando sempre più gli attori dei settori creativi e culturali, complici anche le azioni degli attivisti di Ultima Generazione che "imbrattano" opere d'arte nei musei per richiamare l'attenzione di tutti sull'urgenza della crisi climatica.

Molti musei hanno iniziato a chiedersi quali sono gli strumenti e le modalità che possono mettere in campo per avere un impatto positivo sull'ambiente e la società, come dimostra la giornata di studi online del 31 marzo promossa da AMACI con la DGCC del MiC dedicata al ruolo delle istituzioni culturali nel promuovere uno sviluppo sostenibile.

Il 20 aprile alle ore 19 alla Fabbrica del Vapore di Milano ha luogo un incontro dedicato alla sostenibilità della cultura, con un'attenzione particolare alla sostenibilità economica e al rapporto tra cultura e i temi di diritto e finanza, a cui partecipa come relatore il nostro socio Franco Broccardi.

L'evento è stato organizzato dal Rotary Club Passport Innovation, un'associazione impegnata nella diffusione di una concreta cultura della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, e da Milano Sostenibile, il format di incontri di ASACERT dove Associazioni, Società Civile, Istituzioni sono chiamate a dare il loro contributo per rinforzare il ruolo strategico del Modello Milano, e in collaborazione con Careof, organizzazione no profit per l’arte contemporanea. All'evento, introdotto dal presidente del Rotary Club Passport Innovation Paolo Maltese con i saluti istituzionali del Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, partecipano anche l'assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi, l'artista Francesco Bertocco, il docente di legislazione del mercato dell'arte Alessandra Donati e il presidente di Careof Marta Bianchi. Modera Sara Monaci, giornalista de “Il Sole 24ore”.

Noi, come BBS-Lombard, abbiamo a cuore il tema della sostenibilità e negli ultimi mesi ci siamo mossi per alimentare il dibattito, far incontrare persone, diffondere buone pratiche, sensibilizzare, far parlare. Insomma, abbiamo cercato di contribuire alla diffusione di un cambio di paradigma improntato alla sostenibilità che coinvolga anche il settore culturale. Infatti, le potenzialità di questo settore nel promuovere uno sviluppo sostenibile sono enormi, dato l'ampio potere che l'arte -in tutte le sue forme- ha di modellare gli immaginari collettivi e di veicolare narrazioni e ideali.

In collaborazione con Terre di mezzo, in occasione della scorsa edizione di Fa’ la cosa giusta!, abbiamo lavorato per far incontrare i ragazzi di Ultima Generazione e Fridays For Future con i direttori dei musei soci ICOM, con l'obiettivo di gettare le basi per un'alleanza tra arte e ambiente.

Con l'Associazione Culturale TrovaFestival abbiamo contribuito al lancio delle linee guida per festival sostenibili, che si pongono come strumento al servizio dei festival per ripensare ogni fase progettuale in un'ottica di sostenibilità.

Inoltre, questo lunedì è stato pubblicato il secondo numero della nostra rivista ÆS dedicato agli ESG, acronimo che riassume i tre pilastri della sostenibilità di ogni azienda o istituzione: ambientale (Environmental), sociale (Social) ed economica (Governance).

Il primo numero si è interrogato sul rapporto tra ambiente e cultura e su come quest'ultima, spesso, rischi di vanificare l'impatto positivo delle proprie attività con una scarsa attenzione al tema. Serve consapevolezza, cura e anche professionisti che sappiano indicare prassi corrette e misurare gli effetti prodotti sull'ambiente (compresi quelli negativi).

Il secondo numero si concentra invece sul tema sociale e sugli impatti sociali dell'arte e della cultura tra pratiche di attivismo, riqualificazione urbana, impegno al di là del profitto, inclusione sociale, con un'attenzione particolare alle nuove generazioni che troppo spesso non hanno né spazio né voce.